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Precessione degli equinozi e "Segni zodiacali sbagliati" |
Quello che molti oggi dicono - e cioè che il nostro vero segno zodiacale è quello che nella ruota viene immediatamente prima del nostro, o che le "vere" costellazioni non sono più 12 ma 13 e addirittura 14 - è una imprecisione estremamente fondata e razionale divulgata dall'UAAR e dal CICAP.
Il concetto non è assolutamente sbagliato, ma è sbagliato il contesto, il modo e il mondo in cui lo si applica.
In astrologia per i calcoli si usa solo il punto celeste in cui si trova il Sole all’inizio della primavera, e da questo (detto gamma) si traccia un cerchio diviso in 12 settori simbolici eguali di 30° detti "Segni Zodiacali",
INDIPENDENTEMENTE DALLO SFONDO STELLARE
Il primo settore può sovrapporsi alla costellazione di Ercole, Giano o "La Trippa", ma si chiamerà sempre "Ariete" ovunque capiti perchè rappresenta le "prime energie del sole in ascesa durante il suo viaggio annuale".
L' "ultimo Sole" in inverno è "l'ultima coscienza" o dodicesima porta; ha un significato speciale che si riversa direttamente sui nati di quel periodo, e così anche in autunno, estate o primavera ci sono "temperature" fisse nel globo indipendentemente da quel che capita sulla terra e da come reagiscano o cosa pensino gli uomini.
Le 12 costellazioni non hanno uguali ampiezze astronomiche! La Bilancia è molto meno vasta e più piccola dello Scorpione! ma in astrologia si fa come se ognuna occupasse 30 gradi spaccati, non uno di più nè uno di meno. Perchè mai? Perchè l'astrologia non porta gli occhiali del sapientone o la calcolatrice di Odifreddi, ma la penna dell'artista, e ad essa poco importa fare scienza, le preme molto di più configurare armoniosamente la volta celeste. Adotta a tal fine le Sue convenzioni, come quella che dice "tutte le linee sono dritte". In realtà, su questo mondo reale, non esistono linee dritte, ma curve, perchè lo spazio è curvo. La geometria euclidea si sviluppa da presupposti o convenzioni molto diverse da quelle della geometria reimmeniana, ma sono valide entrambe, ciascuna nel suo proprio mondo.
Anche i disegni che nel cielo tracciano le stelle (noti come "costellazioni"), sono effettivamente CONVENZIONI UMANE; tra gli eschimesi o nell'antico egitto c'erano rappresentazioni completamente diverse, ma non sono le stelle da tempo immemore?
Cosa dunque accomuna gli studi astrologici di tutti i tempi?
Il Sole e Il Tempo.
La primavera arriva sempre un certo giorno dell'anno e non è fisicamente possibile che cambi. Finchè le eclittiche e le forze gravitazionali in gioco rimangono quelle, il giro del Sole intorno alla Terra quel preciso tempo prende e quel preciso tempo prenderà nei secoli venturi, anche se un anno la primavera possa sembrare più fredda dell'anno precedente e quindi "ancora più inverno che primavera".
Le tavole delle effemeridi - su cui si basa un oroscopo - non sono dissertazioni filosofiche ma veri e propri calcoli aritmetici, che originano da quell'unica e sola convenzione: "Dove sta il Sole a primavera, lì starà il primo segno dello zodiaco".
Per alcuni millenni la cintura zodiacale ha per sfondo alcune costellazioni; per via della precessione degli equinozi lo sfondo si sposta sensibilmente, ma per l'astrologia questo non ha importanza, perchè per lei è importante dove trova la sua Prima Dimora...
E' verosimile credere che un "Ariete" (Primo Segno) occupato dal Pesci o dallo Scorpione avrà un significato diverso rispetto a un Ariete "puro" (Dimora Arietina occupata dall'Ariete stesso), ma un primo settore sempre primo rimane! Un valore SIMBOLICO (e più numerologico che simbolico) non può essere mutevole; il Sole - ovvero la Coscienza che nasce in un uomo - non può non impregnarsi dei soavi odori che tiene l'astro durante la sua maratona celeste.
Pertanto, se vogliamo fare dell'astrologia una scienza, allora l'astrologia è certo "sbagliata". Se vogliamo fare di essa non una scienza ma una disciplina con regole e statuti diversi da quelli scientifici - come l'antropologia o la poesia - allora è giusta anche se la scienza vorrebbe che si esprima in un'altra maniera e che sia un'altra cosa.
Prima di giudicare, bisognerebbe capire o quantomeno studiare la logica che si sta giudicando.