
Casa
L'ambiente in cui viviamo riflette la nostra interiorità. Se perciò sei un pò filosofo, è bene che la tua casa stia "al centro di tutte le cose". Aristotele alla domanda "Che cos'è la virtù?", rispose: "In medio stat virtus" ("la virtù sta nel mezzo").
Una buona casa, quindi, non è piccola, non è grande, non è povera, non è lussosa, non è un appartamento in centro nè una baita sperduta in mezzo alla foresta. Ma si può anche dire qualcosa di più radicale: il nuovo millennio richiede un resettaggio della mentalità comune, a cominciare dall'idea di famiglia e, corrispettivamente, di "casa". Capisco che il mondo è cattivo e che di uomini incondizionatamente comprensivi (i genitori) ce ne sono solo un paio a testa, però il sentimento di chiusura è un sentimento anticristiano, quindi cercherò di fare pubblicità al comportamento opposto: si lascino madri, padri, nonni e tradizioni, e ci si unisca ai propri amici, per vivere insieme come una sola famiglia.
Il senso di amicizia esiste già nel mondo, manca solo la volontà di costruirci sopra qualcosa di serio: una casa.
Gli appartamenti in città non sono progettati per le famiglie plurinucleari di 10-15 persone, ma per quelle tradizionali dove vige il motto "chi fa da sè fa per tre". Inoltre, in città dipendiamo dal supermercato e dall'Enel per sopravvivere; in campagna si dipende dalla terra, dal sole e dal vento, il che è molto più normale. Costruirsi un proprio centro rurale di irraggiamento spirituale, costa meno di quel che si pensi (se si è in tanti) ma, naturalmente, bisogna avere le giuste conoscenze tecniche per portare avanti un simile progetto senza tornare alla polonia zarista di fine ottocento. In alternativa, bisognerebbe solo imparare a pescare.
Proprio da quest' approccio nasce il titolo di questo sito: “newageofcattolicesimo”.
Esso allude alla speranza di vedere il cattolicesimo farsi guida di uno stile di vita molto più cooperativo, ma non a parole ("W l'Amore! W Dio! W i "fratelli!"), bensì di factum, mediante esempi concreti perchè:
Nella condivisione di case terre persone infrastrutture e servizi, vi è un enorme risparmio di risorse e un forte aumento di efficienza (non solo economica, ma anche spirituale e affettiva).
O provvederemo a sopravvivere insieme, o nessuno di noi sopravviverà.
Fino a quando si insiste sull’autonomia individuale e quella della famiglia mononucleare, nessuna “new age” è possibile. Il mondo agonizzerà nel vecchio e nei suoi vecchi problemi.
«La tartaruga disse a Zeus: "Voglio una casa tutta per me, in modo che vi possa entrare solo chi dico io!". Zeus rispose: "Avrai una casa tutta tua, ma ci potrai entrare solo tu!"». (Esopo)
L’idea che in futuro grazie a Dio si vivrà felici e contenti ma ancora "indipendenti" (isolati) l'uno dall’altro - un po’ come oggi, è il risvolto sociale di una visione tecnocratica, per cui in fondo al cuore si pensa che una nuova tecnologia miracolosa risolverà tutti i problemi dell’umanità, ma per la nostra fede questo non è possibile: è Dio che risolve tutti i problemi dell’umanità. Uno struggente amore risolve tutti i problemi dell’umanità. Bisogna quindi che le persone si riuniscano e scappino dalla città come dalle illusioni che la tv e la politica senza sosta sfornano per noi. Una persona di coraggio, oggi, è una persona di pace. Il coraggio di cui oggi abbiamo bisogno è il coraggio di rifiutare l'autorità che spinge verso l’ignoranza, la confusione, la guerra e le divisioni.
Sento che una parte della società è pronta, disponibile e in grado di orientare il proprio comportamento verso l’autosufficienza e l’autoregolazione entro limiti più vasti di quelli sanciti dal proprio naso. Questa minoranza socialmente, ecologicamente e spiritualmente motivata rappresenta la chiave di volta per un cambiamento su larga scala.