
Essere Giusti
A qualche bravo cattolico potrebbe un giorno venirgli in mente l'idea di diventare Giusto dinanzi al Signore, ma questo non è cristiano!
Dopo il Jetsemani non potremo mai mai più essere realmente Giusti, perchè Dio ha GIA' DI FATTO misurato ogni nostra nefandezza, piccola piccolissima e grande, grandissima. Le ha viste tutte, una per una; le ha viste, comprese, subite e superate. Un Giusto non fa soffrire così tanto chi lo ama.
Perchè allora sforzarsi di fare una cosa giusta? Dio ha già sofferto infinitamente la nostra ingiustizia! E l’ha espiata completamente! L’ha fatto una volta per sempre, quella sera in quella grotta. Oggi, quindi, non ha senso per un uomo fare una cosa giusta per rendere a Dio la sua immacolata giustizia. Un simile tentativo non può che far sorridere Dio e ridere i santi.
Se giusti vogliamo essere, ci rimane da praticare non la giustizia che nasce dalla Giustizia (ormai persa per sempre), ma quella che nasce dall'Amore: questa è quella che siamo ancora tutti in tempo ad incarnare, e per la quale non ci sarà mai dispensa in eterno! Essa non è “fare la cosa giusta” (che non solo non riesco umanamente a fare, ma che è anche inutile che faccia: Dio l'ho già squartato mille volte!), è invece “fare una cosa amorevole per Dio-altri-mestesso”. Il bravo cattolico soffre la fame in spirito di penitenza, non per tornare puro o rendere onore a Dio (le quali cose sono già andate in mille pezzi con mille sputi e mille peccati) ma per testimoniare materialmente una "intenzione d'amore", una dolcissima intenzione riparatrice che si spera il Dio Magnanimo accolga e faccia valere come vera e concreta restaurazione della Giustizia Universale la quale, a questo punto, nel mondo esiste ed è condotta (da Dio solo) non in nome di se stessa, ma in nome dell'Amore. Nell'Amore, dunque, prima di Dio per l'uomo e poi dell'uomo per Dio, la Giustizia avrà le sue radici.