La fede-che-distrugge

 

La fede salva.

Ma fu quando mi accorsi che preti e suore non mi avrebbero salvato, che la mia fede fu messa alla prova.

Fortunatamente, avevo saputo abbastanza per continuare a credere in Dio e nella mediazione della Chiesa. Non potevo dimenticare l’importanza dei sacramenti e di tutto quanto, così ora mi chiedo cosa resta di tutte quelle nozioni appiccicate lì per caso a un corso adolescenziale di catechismo, in chi non ebbe la pazienza di leggere leggere leggere. Informarsi e studiare meticolosamente ogni cosa. Ho perso anni, non una settimana o due, ad approfondire i best-seller della spiritualità.

Ho conosciuto persone che si sono avvicinate alla Chiesa – e ne hanno ancora una ottima e lodevole opinione – in virtù del bell’esempio di vita di qualche prete. Ma se quel prete non ci fosse stato o si fosse comportato male, l’ingenua e poco preparata “fede in Dio”, si sarebbe capovolta in odio per dio, odio per la chiesa, odio per tutti quelli che vanno in chiesa. La viva fede stessa avrebbe spinto l’acceleratore per distruggere ogni residuo di falsità.

In effetti il ritornello che notiamo sulla bocca dei miscredenti è specialmente questo: “sono tutti ipocriti! ”, “falsi”, “Dio è dappertutto meno che nella Chiesa”, “Dio è dentro di noi e in nessuna cosa fuori di noi!”.

Tale processo si è innescato in me, e perciò lo conosco. Ma a me personalmente non è rimasto odio o rancore, solo accettazione dei limiti del clero ed esplicita diffidenza nei confronti di chi ha scritto nel cartellino: “Testimone di Dio”. Col senno di poi, fui effettivamente sciocco a credere che costoro avessero una marcia in più oltre quella che lo Spirito dispensa agli uomini di buona volontà. Per intenderci, la “magia” di un prete altro non viene che dal suo cuore aperto, e il fatto che attira Dio dal Cielo sull’altare, non appartiene alla sua propria magia, ma a quella della Chiesa (che non è lui). Come fui sciocco a pensare che di ogni celeste liturgia, resti qualcosa al prete solo perché la celebra!

Come fui sciocco a pensare che esistesse un codice di interpretazione dei sogni, valido per ogni sognatore e lì sulla bocca del chierico pronto ad uscire ad ogni respiro!

Dio tratta queste persone proprio come tutte le altre: offre loro se loro offrono. E ahimè Dio solo sa quanto sia lenta una quercia a crescere! 

E pertanto da adesso in poi aspetterò le loro parole – valuterò quel che ho davanti e non quel che dovrei avere davanti – invece di aspettarmi qualcosa di buono di diritto, sulla base di un qualche strano concetto bigotto. Il massimo che de jure costoro possono dare, è confessare e cerimoniare (ma non “consigliare bene” e “fare miracoli”). Non mi resta che trattarli come ho sempre trattato gli estranei, i quali possono essere persone buone o cattive, intelligenti o non intelligenti indipendentemente dal lavoro che fanno e da come desiderano essere.