Woofing

 

 

Probabilmente non sono nella migliore posizione per giudicare, avendo fatto SOLO UNA (triste) esperienza. Scrivo solo per comunicare il mio pensiero, più realistico e meno disincantato rispetto a quando venni a sapere della faccenda, apparentemente idilliaca. Quando venni a sapere che esisteva questa cosa, il woofing, ero tutto sognatore e ottimista, pensavo di aver risolto davvero il problema della disoccupazione, ma più ancora quello della convivenza forzata con mamma e papà. Ora ho scoperto che è meglio stare coi genitori, con la possibilità pur piccola di avere degli spazi e dei tempi miei, che stare lontano anni luce dai miei ed essere "picciato" (in siciliano, in italiano la traduzione corretta è "biasimato") per ogni minuto libero che mi prendo. E' come convivere col tuo capufficio: lo faresti? Si, se è anche tuo amico; ma se ti è antipatico… dormiresti con lui? Mangeresti con lui? Gli taglieresti le cipolle?

Nel woofing la bontà del capufficio è affidata al caso, come del resto in ogni ambiente di lavoro; solo che qui il peso dell’esperienza è triplicato, perché ti porti il capufficio a casa. La mia regione ha moltissime aziende associate al w.o.o.f. Io sono stato in una di queste. Per motivi che non sto qui a dire, pensavo che la mia esperienza in essa sarebbe stata emblematica di tutto il movimento, così sono partito, ma non mi sono trovato bene: i bagni erano sporchi, le lenzuola mandavano cattivo odore sin dal primo giorno, e il datore di lavoro tirchio: lesinava il cibo e contava tutte le gocce che usavamo per lavarci, dal momento che avevamo le giare, e queste una volta svuotate andavano riempite con gran fatica. Dunque preferiva vigilare come un poliziotto ogni volta che si apriva l'acqua.

Con questa mia UNICA esperienza non posso far di tutta l'erba un fascio, perchè è noto e risaputo che molte aziende associate al w.o.o.f. sono B&B, quindi offrono camere piene di ogni confort. Inoltre non tutti i capisquadra sono dei criticoni rompicoglioni. Purtroppo sono stato sfortunato, al mio capo non gli andava mai bene nulla; io sono un tipo tendenzialmente studioso e accetto le critiche, ma non accetto le critiche fatte per amore della critica che vogliono passare come critiche pure; c’è modo e modo di dire le cose, e avendo una profonda e pluriennale esperienza con un mio conoscente, riconosco immediatamente quel tipo di attitudine. Ora, a lavoro capita anche questo (trovare rompicoglioni) solo che qui il lavoro non finiva mai: inizia da quando apri gli occhi e quello ti dice: "che vuoi per colazione?" a quando li chiudi e senti "spegni la luce prima di andare a letto!". Perciò non vedevo l'ora che finisse la settimana per dirgli addio. Non era tanto il lavoro ad essere fastidioso, ma lo stress continuo dato dal sapere di non avere ripari, un orario certo di “copertura”: alla fine del turno di lavoro in città, sei libero, e sai di essere libero; ma qui il "turno" quando finisce? Mai! Il mio turno è stato lungo una settimana.

Non bisogna scoraggiarsi, sono certo che altrove troveremo persone migliori, situazioni migliori, bagni migliori. Io cmq al momento ho preferito andarmi a cercare un lavoro tradizionale nella tradizionale orripilante città, perché ho bisogno di accumulare denaro grezzo per una certa cosa che devo fare. Per questo e solo per questo ho smesso di inviare email con richiesta di ospitalità, naturalmente, però, le email che ultimamente inviavo non erano come le prime (bianche), ma con precise germaniche richieste. C’è da dire che sono un tipo strano e il tempo libero, almeno 3 ore al giorno, mi giova non per cazzeggiare ma per pregare, studiare e scrivere alcune cose, quindi in effetti non potevo accontentarmi di tempo preso a prestito, dato e restituito senza ordine né schemi precisi: se devo organizzare un pensiero, uno che mi lascia abbondante tempo "libero" ma che in quel tempo libero mi chiede cortesemente di portargli la scopa poi gentilmente la paletta e infine "solamente" il sacco della spazzatura, mi fa perdere il filo. Quegli spazi dovevano per me essere sacri e inviolabili, quindi in effetti se non si hanno esigenze simili alle mie potrebbe non disturbare affatto stare in libertà vigilata.

L’ultima nota circa il “carattere spirituale dell’impresa” è questo: nel woofing è d’uso parlare di un “generoso scambio” tra lavoro (offerto dal woofer) e cibo (offerto dall'azienda), ma queste cose amorevoli esistono tra i santi, il mondo reale è un altro: a questo stadio dell’umanità, è molto difficile per le persone – me compreso – sottrarsi a certe logiche primitive, che agiscono in noi nostro malgrado, e voler fare gli eroi di luce, virtù e sapienza lascia il tempo che trova; prova ne sia il sentimento con cui vedrai ti offriranno il cibo, e quello con cui offrirai il tuo lavoro. Prelibate, sante, genuine e paradisiache emozioni del genere auspicato si possono avere in FAMIGLIA, ma due settimane non sono sufficienti per formarne una, nè siamo nel paese di bengodì dove ovunque vai amici trovi. Meglio perciò non parlare di "angelico scambio" ma di baratto.

Spero di esserti stato d'aiuto nel capire di cosa si tratta quando si parla di “woofing” e, corrispettivamente, di “woofer” (lo schiavo, ehm... l’aiutante). E’ bene per te - se la cosa t’incuriosisce - fare la TUA esperienza, ma il mio pensiero conclusivo è: "Non è tutto oro quello che luccica!".