Riassunto del film "Intervista col vampiro".

Louis è un'anima addolorata, tanto durante la sua esistenza umana quanto durante quella demoniaca. h h h h h h h h h h h h h h h h h h h A causa della morte dell'amatissima moglie e della figlioletta vuol morire egli stesso; probabilmente per rispetto della vita umana non si suicida, cerca però nei vizi e nelle prostitute qualcosa che acceleri il processo di disgregazione naturale. Che furbata! L'intento viene intercettato da un vampiro il quale gli offre la possibilità di un nuovo inizio in una nuova carne. Accetta. Ora è un'altra creatura.

Ma questa nuova esistenza ha anche nuove regole. Ecco, queste non le accetta. Si ritrova ad aver bisogno, per sopravvivere, di qualcosa fino ad allora impensabile: "Non si recide una vita umana!" grida disperato "il nostro filosofo, il nostro martire”, come argutamente lo apostrofa il compagno, Lestat. Lestat è un vampiro in apparenza senza scrupoli ma, in realtà, semplicemente ossequioso verso quella "scelta che a lui non fu dato di fare". E proprio perchè tale scelta lui non l'ha mai fatta, i tormenti della coscienza sono tutti e solo per Louis, il quale misero e afflitto gira per la città dissanguando topi, polli e cani, giammai uomini! Eppure, neppure adesso – che si scopre un abominio della natura – decide di suicidarsi consegnando la sua esistenza, ormai dannata, al sole.

Con Claudia si "redime" e trova la pace, nel senso che accetta di dare libero corso alla sua malvagia natura, senza rimpianti e con grande naturalità e innocenza, perchè Claudia, dopotutto, rimaneva una bambina. Certo una efferata bambina vampira, ma pur sempre una bambina. Da allora la sua vita procede anno dopo anno tra cene indicibili e malinconici accenti, fino all’epilogo del quale parleremo fra poco. Frattanto parafrasiamo la parte iniziale del film: il dolore con cui il mondo ci delude, è il dolore di tutti. Alcuni si riprendono brillantemente (facendosene una ragione e andando avanti), altri invece decidono di morire. Come? In modi diversi: alcuni si ubriacano di mondo, "mangiano e bevono" fino a scoppiare, altri invece - più fortunati - non arrivano a distruggersi completamente poichè incontrano sulla loro strada un "vampiro" che offre loro una possibilità. Che possibilità? Quella di una dipartita definitiva dall’umano mondo che li ha tanto amareggiati. Dopo il morso, però, "i vini non hanno più sapore e il cibo nausea". Louis è "malato".

L'"iniziatore" propone regole tutte nuove, ma a causa della vecchia umanità ancora radicata in noi, sempre guardiamo nostalgici le cose d'un tempo: "Non si recide una vita umana!" grida "il nostro filosofo, il nostro martire" che morirebbe egli stesso se non si decide quantoprima a bere il sangue di qualcuno, ma l'oscuro gemello non vuole sentir ragioni: il "dolore di vivere"? Curalo affondando saporitamente i denti in quella rosea carne; qui troverai una pace più dolce del miele. Il rifiuto di esistere così come si è? Curalo accasciandoti su una tomba 12 ore al giorno e passando in tutta letizia e tranquillità le restanti 12. Vivi alla giornata, gusta la notte e sarai giovane e bellissimo per l'eternità!

Ma la nostra anima bella non si lascia sedurre da Lestat, così vaga per la città incerta sul da farsi. Intanto conduce una vita che non è da uomo nè da angelo, e - quel che è più grave - neppure da demone. Dovrebbe nutrirsi della pura parola dello Spirito, per rinforzarsi, perchè è assai debole, e invece mangia le prime cose che gli capitano sotto mano: topi. Che dramma non essere nè carne nè pesce! Che guaio la mancanza di guide!

Sconvolto sotto la pioggia Louis entra in una baracca dove incontra "Claudia", la propria natura più intima, candida e vulnerabile ma anche sporca ed (ancora) umana. Ad essa, “affamato” com'era, non sa proprio “dir di no”. Il gemello oscuro completa l'opera e diventa anche lei "giovane e bellissima per l'eternità". Peccato per "il nostro filosofo, il nostro martire", perchè se in quell’istante avesse avuto la forza di non sfiorarla, tutto il suo essere non si sarebbe in seguito unto di vero Amore per Claudia, la bambina vampira.

Quando giaceva a letto "malato", Louis non scelse di perire piuttosto che vivere come demone. Ma possiamo capirlo e perdonarlo perchè a causa della famiglia perduta nell’incendio della sua casa, la ferita del suo cuore era ancora aperta e bisognoso di rimedi non sapeva ancora bene cosa significasse essere "vampiro".

Poi però lo scoprì.

Quando stava tra le fogne in mezzo ai topi incapace di capire chi realmente fosse e di prendere una decisione, si ritrova "Claudia" davanti ma - tra un filosofico pensiero e l'altro - la azzanna. Diventa il "vampiro languoroso", una sorta di "peccatore penitente". h h h h h h h h h h Inizia un lungo periodo di feste e banchetti speciali con Lestat e la nuova piccola amica dai boccoli d’oro. Una vera e propria famiglia felice, vampiri si - di cui uno con qualche perplessità - ma felici. Infine Claudia - "il suo Amore" - muore, e neppure adesso Louis pensa di mettere fine alla sua immonda esistenza, per sostenere la quale toglie la vita ad una fanciulla per notte. Ormai è un vampiro adulto e vaccinato, e non ha più bisogno di enti, eventi, ideali, persone o situazioni che gli rendano meno cruenta e più accettabile la sua più intima, oscura scelta. Rinuncia persino alla partnership col venerando Arman, colui dal quale "la conoscenza sarebbe passata come acqua trasparente". Non ha più bisogno di tutte queste cose, giacchè da vittima affranta e perseguitata, ha preferito farsi carnefice e persecutore egli stesso; il rimorso e il fascino decadente della corruzione diventano per lui religione vissuta, una religione in cui è facile essere "uomini spirituali", perchè è facile essere tristi.

Conclusione: non seguiamo l'esempio di Louis! La considerazione delle tragedie personali, sopravvivere ed esaurirsi in continui “atti di contrizione” può dare fascino e spessore al “film” della nostra vita, ma stiamo attenti a non fare della cattolica fede l'elegante ornamento del male.



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