
Rinunciare alla morale per avere una morale
Questo passo ha un che di "immorale": non avere progetti, non avere opinioni, non avere aspirazioni, non avere ispirazioni: smettere di correggere, voler correggere, correggersi, giudicare, lottare, convertire, convertirsi, vincere, superare e "recuperare". Attraversare lo specchio attraverso una sola "virtù": la nostra Vita nuda e cruda.
Ma la nostra Vita a conti fatti è Dio, Gesù, il Padre, la Madre, lo Spirito.
Ora, dove sta lo Spirito? Dove sta la coscienza dentro il nostro corpo?
In qualsiasi punto vogliamo metterla! Quindi non c'è nessun "dentro" o "fuori" da cui attingere energia: non c'è nessuna chiesa da raggiungere e nessun rito da compiere per ottenere la vita, il perdono, la guarigione, un padre più clemente, un lavoro più bello, la liberazione da un demone, dalla suocera, dal capo, dal peccato etc etc. Siamo noi stessi lo strumento della nostra liberazione che, non per modo di dire, si dice nostra;
il varco per il paradiso è interiore.
Dispiegare in tutta pienezza e semplicità ciò che in noi veramente salva, libera, guarisce, giustifica, perdona e risuscita (Gesù), ovvero ciò che sentiamo e in cui profondamente crediamo, significa chiudere gli occhi sulla propria (reale) miseria, senza dubbi, logorroiche paranoie e timori segreti residui, e l'unico modo per liquidarli tutti in un sol colpo "passando oltre", è essere felici, incredibilmente felici, paradossalmente felici! Ecco la nostra "pasqua" (il termine significa proprio "passare oltre"). Our Indipendent Day.
Quest'ultimo passaggio (la gioia INCONDIZIONATA) permette un recupero INTEGRALE dell'uomo, ed è per questo che la Chiesa ossessivamente parla della "fede in Gesù" come della manna nel deserto. E' solo questo "volare" sulle ali della "fede" a permetterci di costruire un mondo così come lo vogliamo: senza malattie, senza miseria, senza demoni e senza peccati. Il male sarà vinto da "Gesù", ma occorre capire bene il ruolo preciso di Gesù, perchè bisogna pur nutrire in qualche modo questo Figlio Divino in dormiveglia in noi: Gesù è il Redentore, e con la sua mediazione anche Hitler può brillare come un angelo del primo coro, tuttavia, se non si fà Hitler stesso ambasciatore del Divino Perdono presso di sè, ecco che "l'inferno" l'aspetta. Da come visse sulla terra, dubito che il tiranno abbia scoperto quest'abilità in fin di vita, tuttavia, non lo possiamo sapere! Gesù con la croce guadagnò il paradiso anche a lui!
Per quanto riguarda noi, un vero cristiano anche in mezzo alle difficoltà, ai nemici, alle tentazioni e al peccato, si dà la gioia dell'Amore, prima, e - poi - del perdono, come Gesù vuole e come il suo stesso spirito ardentemente aspira. L'incarnazione di Gesù è servita proprio a farci prendere coraggio malgrado l'oscurità che ci circonda; Gesù non è un fantasma come una verità scientifica! E' con te proprio adesso! Ama! Libera l'Amore che è già in te!
Esiste, pertanto, un atto di "fede" (fatto nel giaciglio del proprio letto) che precede e sostanzia l'atto formalmente giusto che è sempre possibile fare ai piedi del sacerdote il quale, con l'assoluzione, promulga per tutti cieli e per tutti gli universi il decreto della nostra rinascita spirituale nel sacramento della Confessione. Ma tocca a noi riempire con carne viva il guscio delle sue parole, come toccò alla Maddalena e solo a lei guardarLo negli occhi e rispondergli. Se non alziamo le tapparelle, come il sole entrerà in casa? Al massimo con la finestra aperta si cambia l'aria viziata. Posso inginocchiarmi mille volte e duemila chiedere la luce, ma se non smuovo le tende, non c'è illusione che tenga: la luce non entrerà. Questa fede "d'ingresso" alla pienezza del sacramento:
- è libera dalla volontà di primeggiare, di ottenere, di avere, di tenere, di diventare buoni, diventare santi, diventare così, diventare cosà. C'è solo verità (che come amava dire S.Teresa D'Avila, "fa rima con umiltà").
- si è allenata per molto tempo alla Gratitudine, al Ringraziamento e alla Benedizione IN OGNI CIRCOSTANZA. C'è solo pace.
- ha scoperto che amare abbondantemente è più appagante di ragionare puntigliosamente. C'è solo misericordia.
A questo punto la nostra natura spirituale (o, se si preferisce, "spirito materiale") può prendere a evolversi liberamente secondo ritmi suoi propri, e la Confessione come tutte le cose spirituali daranno il loro più autentico e migliore frutto, non xxxxxxxxx da strani pensieri: l'inossidabile "voglio, voglio, fortissimamente voglio " pur senza estinguersi perchè irrinunciabile prova di forza e testimonianza di integrità, acquisirà una sfumatura come dire... "perlacea" - e mentre aspetteremo con pazienza che la santità maturi per noi e che noi maturiamo per lei, qualcosa - confessione dopo confessione - non smette di crescere in noi.