
La nuova lotta
“Il secondo conflitto mondiale, al pari della guerra fredda, era la sfida che ha dovuto affrontare la generazione precedente. I grandi progressi nel settore della tecnologia hanno garantito alle varie nazioni il possesso di un’enorme quantità di armi. Animate da un grande fervore nazionalistico, le forze del totalitarismo stavano tentando di conquistare con la forza le nazioni democratiche. Questa minaccia si sarebbe realizzata se i normali cittadini non avessero combattuto morendo in difesa della libertà, assicurando così il trionfo della democrazia nel mondo.
Il vostro compito però è diverso da quello dei vostri genitori. L’essenza della missione della vostra generazione è diversa da quella della generazione della seconda guerra mondiale: loro dovevano combattere contro una specifica tirannia ricorrendo alla violenza e alle armi, voi dovete invece opporvi all’idea stessa della guerra e dei nemici. Un simile compito richiede però altrettanto eroismo. Lo capisci? Sembrava impossibile che i vostri genitori potessero riuscire a fare quello che hanno fatto, eppure non si sono arresi, e voi dovete fare altrettanto. Le forze del totalitarismo e della tirannia non sono sparite: semplicemente, non si esprimono più attraverso le nazioni che cercano di crearsi un impero. Ora sono internazionali e più subdole, e approfittano della nostra dipendenza nei confronti della tecnologia, del credito e del desiderio di comodità. Spinte dalla paura, cercano di centralizzare tutta la crescita tecnologica nelle mani di pochi, in modo da salvaguardare la loro posizione economica e tenere sotto controllo la futura evoluzione del mondo.
Opporsi a loro con la forza è impossibile. La democrazia ora dev’essere protetta con la fase successiva nell’evoluzione della libertà. Dobbiamo usare il potere della nostra visione e delle nostre aspettative che fluisce da noi come una preghiera costante. Tale potere è più forte di quanto chiunque possa immaginare: noi abbiamo l’obbligo di padroneggiarlo e di cominciare a usarlo prima che sia troppo tardi”.
(da Il Segreto di Shambhala di James Redfield)