
Di quando in quando
Quando qualcuno dice che “l'omosessualità è una condizione patologica, che ostacola la piena realizzazione della persona”, ed è incompatibile “con i livelli più profondi della persona”, bisogna che costui chiarisca prima di tutto che cosa intenda per “persona”.
Per un tale molto “devoto”, la persona è come l’intende Papa Francesco; per un tale molto dotto, la persona è come l’intende la bibbia; per uno scintoista, la persona è qualcosa di non disgiungibile dagli alberi che le stanno intorno; per un induista, i Veda e non altri sono i testi educativi della "persona"; per un tale molto razionale, la persona è come l’intende la psicologia scientifica contemporanea; per un tale molto liberale, la persona è come l’intende Papa Francesco, la bibbia, la scienza e il senso comune... non si può estirpare la vita REALE dai ragionamenti teologici, per mettere questi sul piedistallo, perché - malgrado quel che pensano gli uomini - Dio non sta affatto su un piedistallo e neppure ci tiene a starci. Egli è sparso in noi come corpo vivo della Chiesa, figli e semi della divina coscienza nella realtà.
Quando la singolare realtà esistenziale dei gay è “una vita segnata spesso dalla sofferenza e dall'inquietudine”, e si vede ciò come una “prova” del fatto che quella è una condizione demoniaca, in realtà non si sta dicendo niente, perché i neri in Sudafrica negli anni dell’apartheid stavano oggettivamente male, e allora? era colpa loro?
Facevano una vita d'inferno anche i primi cristiani al tempo delle persecuzioni. Perciò, si facciano discorsi meno bigotti, almeno provando a separare nettamente le cause umane da quelle “divine”.
Quando qualcuno parla di “lobby gay”, costui fa gli stessi paranoici discorsi di quelli che parlano di “lobby massoniche” e “cospirazioni internazionali”, solo che quest’ultime si giustificano da loro stesse (in quanto raccolgono ricconi e politici), mentre quelle altre non si capisce da dove prendano i finanziamenti per corrompere tv, giornali, radio, psicologi, scienziati, giornalisti e teatranti: dove sono e chi sarebbero tutti questi gay e simpatizzanti gay che versano quote segrete a quest'associazione mondiale del male?
Quando si dice:
La gente non sa un fatto clamoroso: i tre grandi pionieri della psichiatria - Freud, Jung e Adler - consideravano l'omosessualità come una patologia.
si ignora un fatto altrettanto clamoroso, e cioè che basta andare da qualsiasi psicologo e psichiatra e dirgli: “sono gay, mi curi” per sentirsi il più delle volte rispondere: “da quale malattia? Invece, caro mio, facciamo una terapia di anni e anni affinchè tu possa accettare e vivere fino in fondo la tua sessualità - nell'opportuno ordine e serenità - contro una società chiusa e un pò bigotta”. Neppure io approvo questo laissez-faire! ma non faccio lo struzzo e riconosco che lo slogan "Il Sesso è Amore" rispecchia l'andazzo dei tempi (e degli psicosessuologi) moderni (Freud, Jung e Adler sono personaggi adatti all'Ottocento, epoca in cui vissero). Ora invece siamo nella vita CONCRETA, il cui puzzo fa ribrezzo a molti “soldati della Verità”.
Non che io tenga in qualche considerazione la filosofia scientifica, ma far dire ad essa ciò che essa non dice, non è corretto. Una volta gli scienziati parlavano del flogisto quale sostanza imponderabile tra l'aria e l'etere, cò vuol forse dire che i pionieri della chimica barocca erano bravi, mentre i loro odierni prosecutori sono degli ignoranti traditori? L'evoluzione - nella vita CONCRETA - è normale, ed è sigillo di verità.
Quando si riconosce che:
…non esiste alcun "gene dell'omosessualità" che costringa una persona a essere tale. Possono esservi invece condizioni innate che rendono più facile lo scivolamento verso l'omosessualità. Ma l'essere gay resta un fenomeno prettamente psicologico, poiché innumerevoli studi hanno ormai dimostrato che l'orientamento omosessuale è legato a una serie complessa di fatti accaduti alla persona durante l'infanzia e l'adolescenza.
...la domanda che mi faccio è la seguente: se le emorroidi o il tumore al cervello o l’anemia falciforme, sono predisposizioni genetiche NON DETERMINANTI, è colpa mia quando queste predisposizioni diventano fenomeni prettamente fisici? Potevo stare attento a cosa mangiare, ma potevo anche non starci attento (non sapevo di questa predisposizione). E se non c'è colpa personale, non ci può essere neppure peccato. Il catechismo della chiesa cattolica al capitolo "Peccato Mortale", parla proprio del "pieno avviso e completa libertà" di colui il quale, scegliendo (male), merita il marchio della Bestia e le eterne pene dell'inferno. Una malattia che diventa conclamata per questo o quel motivo ESTERIORE, non è una scelta del malato, e se le conseguenze dirette e oggettive di questa malattia non minano la salute del malato e del suo prossimo, io avrei qualche dubbio anche nel definirla malattia.
Potevo avere una mamma che mi faceva sempre pane e minestra, e potevo anche non averla. Ma una volta avuta, che fare? Picchiarla? Picchiarmi per quanto fui stolto a pranzare ogni giorno con lei? La Storia ha deciso così! Dio guida la storia dell'uomo, Dio è giusto. Certo si può sempre migliorare, ma allorquando rimangano le vecchie abitudini alimentari pur andando a vivere per conto proprio, è bene tuffarsi frequentemente nel passato in cerca del responsabile per bruciarlo col lanciafiamme e riportare in superficie l'antica città sepolta onde purificarla in un diluvio di lacrime?
Quando si scopre che si è sbagliato corso di studi o che l'attuale lavoro non è proprio la cosa migliore che poteva capitarci, ci si flagella fino a tarda età nel vento dei sospiri? Invece, ci si mostra pragmatici: si fa qualche calcolo e si decide se continuare a lavorare nell'azienda di famiglia, o cambiare aria. Di solito, se possibile, si cambia aria. Ma in ogni caso non si paventano demoni alle calcagna, fulmini divini o misteriosi squilibri cosmici; semplicemente, si vive. La vita va così; era già messo in conto per una quantità sterminata di caratteristiche psicologiche ed eventi, che "condizioni innate" e "serie complessa di fatti" si sarebbero intrecciate per dare vita a un "prodotto" assolutamente unico ed originale, non del tutto buono e desiderabile: l'io. L'uomo non esce dalla sua storia con qualche abbacinante seduta d'analisi, come un ordine non può uscire dal morbo di Koch una volta che ne è stato infetto; l'unica epurazione possibile - come diceva T.Kuhn a proposito dei paradigmi - è la "morte dell'organismo (sociale)".
Quando una debolezza storica è diventata debolezza di natura e viceversa, l’unica cosa che resta da fare, è fare come Gesù Cristo: entrare nella rozza materia ed amare. Tutto.
Quando si rammenta:
…autorevoli psicologi che da anni lavorano in questo campo possono documentare numerose "guarigioni" di persone gay che - ovviamente senza alcun tipo di costrizione - hanno iniziato una cura psicanalitica seria, e sono completamente usciti dal tunnel di una personalità incompiuta.
non si rammenta che ci sono i gay, i bisex, i transex, i sessuomani e quelli normali, normali celibi o nubili e non celibi non nubili. Mentre non c’è modo di avere un tumore solo a metà o una schizofrenia solo a tre quarti, con la sessualità è diverso, in quanto gli spinaci possono piacere poco, molto, tantissimo o per niente. Insieme agli spinaci può piacere anche la rucola, ma non la cicoria. Quindi nella maggior parte dei casi (o in alcuni particolarmente critici) è più facile “guarire”, soprattutto se si ha già un coniuge disponibile e figli pronti per il difficile viaggio dell’adolescenza; genitori lacrimevoli, un lavoro di prestigio, o anche solo amici in orante attesa di una “conversione”.
In tutti questi casi una predica ben assestata o una serie di "incontri di approfondimento" (terapia psicologica), possono "redimere" il peccatore. Però c'è un però: si redimeranno anche i suoi ormoni? Non so voi, ma al sentire certi discorsi mi sento strano, incredibilmente intelligente o incredibilmente sciocco, perchè è come se solo io fossi l'unico a sperimentare personalmente come funziona un uccello (perdonate la volgarità). Fa tutto da solo! Se c'è una ragazza bella fra mille racchie, l'occhio spontaneo la trova e con il cuore rapito e la mente confusa di tal silente contemplazione mai si affanna; come un fascio di fiori essa sta nelle nostre braccia, ciò che stride fra maschi alti, belli e barbuti. Allora, il sesso è una scelta? Un rapporto sessuale indotto per rassegnazione o mediante una pillola o tisana afrodisiaca, sta al pari di uno naturale? Con quale squinternato criterio si può proporre a una lesbica come me sedotta dalla delicatezza di una rosa, di fare sesso con ciò che il suo corpo non ama e non ritiene bello da vedere nè piacevole da annusare?
Come le si può piamente suggerire di godere per qualcosa che attrae più noi che lei? E' giusto chiedere a queste persone di vincere il piacere sessuale per una cosa, dirottandolo verso un'altra più "normale"? Io lo farei, amo il sublime rigore dell'asceta! Ma è naturale? E' pietoso imporlo ai miei fratelli, fra i quali è così difficile trovarne di nati sotto il cielo della stella eccellente, pronti a rinunciare alla "carezza perfetta"? (attenzione non ho detto "scopata perfetta" - scusate ancora la volgarità). hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh Costoro dovrebbero castrarsi hhhhhhh per far del bene a loro stessi, hhhhhh o per non scandalizzare gli altri?
Forse perchè si è abituati a pensare la donna nella sua funzione "passiva", qualcuno invoca l'arbitrio della preferenza in fatto di sesso, ma l'amore maschile è visibilmente "attivo", e se non c'è erezione, non c'è corso di filosofia e storia che possa sollevarlo.
Nelle nature larvatamente bisessuali, però, ciò è occasionalmente possibile. Dopotutto, un merluzzo ben cucinato può essere buono e gradevole da mangiare anche se non mi è mai piaciuto il merluzzo, tuttavia, non sarà mai come le lasagne, che io divoro nella più splendida allegria! Domanda: quale moglie si accontenterà di un amore zoppicante? Se Santo (e pure un grandissimo Santo - in quanto dovrà acquisire il pieno controllo del suo sistema ghiandolare) l'omosessuale ha da essere, un altro portento di santità dovrà trovarsi per lui. Allora è bene ricorrere alla Potente Signora dell'Umanità mediante rosari a raffica e continue aspersioni di acqua benedetta, poichè un conservatore chiederà a Lei un triplice miracolo: 1. contro la natura, 2. contro la personalità e 3. contro il caso (un santo è difficile produrlo, tanto più due, e ancora più improbabile è farli trovare - e sposare).
Un bravo sacerdote chiederà ciò per 1 persona su 10.000 (approssimando per - estremo - eccesso le statistiche di emersione degli omosessuali puri), quindi in una città media di 500.000 abitanti, si richiede 100 volte quel che Mosè riuscì a fare una sola volta nella storia dell'umanità (la divisione del mar rosso). Buona fortuna!
In ultima analisi, queste immature trovate omofobiche e cattococenti credo in realtà siano solo una delle molte drammatiche conseguenze del moderno raziofascismo culturale (o "neoilluminismo"), per cui tante personalità incompiute arrivano a convincersi che la razionalità e le verbose discussioni (libri, favelle e cicli di studio) possano risolvere ogni problema del mondo.
Nella dimensione dell'amore cristico (e del sesso), è controproducente cercare il pelo nell'uovo, giudicare e razionalizzare; non ci sono ragioni da capire e perchè da scoprire, uomini da perdonare e passati da sviscerare, perchè non ci sono colpevoli da trovare.
Il monito
…il miglior modo per prevenire è difendere la famiglia, recuperando in particolare la figura di un padre [o madre] affettuoso ma autorevole, capace di dettare delle regole e dei divieti.
fa quasi tenerezza, perché mi chiedo quale senso della famiglia e quale autorevolezza mancassero ai genitori del pinguino omosessuale che ho visto nel documentario. E mi chiedo come debba essere proprio io il genio della situazione a ricordare che il "feeling" non si compra, e neppure una sufficiente preparazione scientifica lo mette in saldo: un padre o una madre schizzati (o non schizzati) modellano la fisionomia psichica dei figli sempre, anche di quelli "non predisposti". Ne scaturisce solo una "naturale" avversione per i panettoni o la carne al sangue, il lavoro in banca o all'università, i mobili di lusso o l'arte povera. Preferire una cosa piuttosto che l'altra non è socialmente biasimabile e non merita speciali interventi di rieducazione psichiatrica in quanto si tratta di orientamenti che appartengono alla rispettabile storia di un'anima, non recano danni a terzi e - se si usa il preservativo - neppure a se stessi. Qualora un bimbo in una famiglia di cattolici una volta adulto sviluppasse una formidabile avversione per il cattolicesimo, lo si metterebbe in terapia?
Io non sono un democratico! Sono per la teocrazia! Ma per la presenza di così tanti inconsapevoli fanataci tra i religiosi "buoni e pii", auspico ancora mille anni di vita a questa sciocca democrazia.