Matrimonio e adozioni

 

Non sono favorevole al matrimonio fra gay, ma sono favorevole al “rito d’unione”.

La mia “critica” all’istituzione pertiene in questo caso non il contenuto ma la forma.

La “forma” del matrimonio in un dato paese è in genere unica e sacrosanta, ma basta fare un po’ il giro del mondo e il giro dei tempi, per scoprire tanti modi diversi e interessanti di organizzare la sacra funzione. Essi tengono conto delle usanze e delle tradizioni proprie di una specifica cultura territoriale, e la Chiesa in quei luoghi ne accetta l’eccentricità, allora, si tratta solo di diversificare “la domanda” in ogni luogo del pianeta, con una buona conoscenza delle alternative da parte dei fedeli, e un buon manuale d’istruzioni da parte del celebrante, perché è strano che in questi tempi di liberalizzazione di servizi telefonici e marmellate (che arrivano da ogni parte del mondo), non si sia pensato anche a liberalizzare le forme della liturgia religiosa, da scegliere fra quelle già dottrinalmente ineccepibili.

Qual è la finalità di quest'approccio? E’ questa: rendere il rito sponsale meno noioso e scontato, più aderente alla peculiarità spirituale della coppia e più istruttivo e stimolante - anche dal punto di vista intellettuale (non solo emozionale) - per coloro che partecipano alla messa di iniziazione.

Tutto questo discorso non c’entra molto col tema in questione, ma l’ho introdotto per far capire come niente è perfetto e tutto è perfettibile. Dopo essermi occupato degli etero, dunque, mi occupo degli omosessuali: il matrimonio come desunto dalla Sacra Scrittura ha una funzione speciale, tende all’affermazione della singolarità storica di un popolo e alla perpetuazione della specie; ha un che di “biologico”. C’è poco amore nei matrimoni della bibbia, e molto interesse. Pertanto, perché gli omosessuali cattolici ci tengono così tanto ad omologarsi a quelle immagini? Io per questi casi consiglio il “rito d’unione”, che un alto prelato/liturgista dovrebbe forgiare appositamente per loro (al momento non esiste).

Dal punto di vista sociale sarà tale e quale a un matrimonio, ma dal punto di vista teologico sarà altro dal matrimonio sacramentale, perché fondato non sul noto passo della genesi, ma sulle parole del NT:

9 Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore.

10 Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.

11 Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
12 Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come IO vi ho amati.

13 Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.

(Gv cap.15)

Esso mima il rapporto fra Cristo e Giovanni (e gli altri apostoli per estensione), colmo di quell’Amore totale e assoluto che solo un Dio può dare, e che in quella particolare circostanza storica si mostrò come omo-sessuale, perché al tavolo c’erano solo maschi. Ciò rivela anche ai più coriacei il carattere incondizionato del Divino Amore. Ecco, abbiamo trovato pure agli omosessuali un ruolo attivo nella Chiesa. Il richiamo al suddetto versetto biblico, implicitamente, ingiunge loro la purità, come d’altra parte l'ingiunge pure ad adamo ed eva, legittimati dalla bibbia a fare sesso solo quel numero di volte bastante a fare figli.

Mentre che ci sono, vorrei suggerire l’istituzione di un’altra forma di Rito d’Unione, stavolta per i preti.

Sappiamo che Gesù non si maritò, tuttavia ebbe una sposa! Sua Madre! che fra i titoli ha “Sposa del Verbo”. Anche al novello Adamo toccò dunque in sorte una novella Eva: Maria! Dove Lui non sarebbe riuscito, sarebbe comunque arrivato attraverso questa magnifica Donna, la cui carne ci fu un tempo in cui divenne una con la Sua.  

Allora, perché non dare delle “mogli” anche ai sacerdoti - conformi al Cristo e dal Cristo scelti per essere sue immagini - attraverso un rito d’unione che leghi a doppio filo il destino dell’uno e dell’altra? Se se ne perde uno, sarà ritenuto responsabile l’altro.

Oggi molti sacerdoti hanno una “perpetua”; spesso hanno anche una “serva” a messa che accompagna i canti, spazza per terra e sistema i fiori. Ma la cosa è confusa, c’è non c’è va viene si sostituisce con un'altra: il rapporto è poco “disciplinato”, mentre la Scrittura offre un’ottima occasione per elevare uno ed un solo sposalizio spirituale dinanzi a tutti gli altri, poiché Gesù e Maria nell’eternità e nella vita terrena da una sola cosa trassero (e traggono) reciproco e perfetto godimento: la loro Unione Intima nello Spirito Santo, senza bisogno di alcun commercio con la carne e i sensi.

Ecco, abbiamo trovato pure ai preti un ruolo attivo nel “Regno dell’Amore Diadico” dentro la Chiesa: dovranno portarlo a perfezione, come perfetto fu quello di Gesù e di Maria e come i coniugi tradizionali spesso si dimenticano di fare. Viene così a crearsi una specie di tensione polare tra due modelli di famiglia, simili ma non identici:

 

  • Adamo & Eva
  • Gesù & Maria

 

...e il sacerdote guiderà il primo incarnando il secondo. Et voilà, non si aveva pietà di questi maschi unti del Signore che alla fin fine si ritrovano sempre soli, privi di assistenza materiale e spirituale e dunque esposti al vizio e alla caduta, perchè privi di cure ed affetto? Ora avranno anche loro una "compagna", responsabile davanti al vescovo dell'integrità e della salute del "figlio", e tale compagna sarà per loro una riproposizione non di Eva, ma di Maria. Le carezze che riceveranno da queste, saranno Carezze Materne, e gli abbracci abbondanti come quelli di una madre per il suo piccolo.

Non si rimproverava ai sacerdoti cattolici il fatto di non poter consigliare famiglie e familiari, perchè senza moglie e famiglia? Ora anch'essi avranno dei “figli”! I figli di “Gesù & Maria”, sono i figli di Dio! Poveri, accattoni e disoccupati, che la novella coppia accoglierà in casa propria, conformemente alla disponibilità economica e spirituale.

Si potrebbe obiettare che con una femmina perpetuamente in giro per casa, potrebbero sorgere brutte tentazioni presso il debole maschio, ma c’è da dire che di solito la “serva” è un’anziana signora, e molto molto raramente il sacerdote ne trova di giovani. Inoltre, quand’anche trovasse un mistico fiore, il Rito d’Unione darebbe loro una veste del tutto particolare, perché poggiato sul passo:

26 Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!».

27 Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.

(Lc cap.19)

...dunque agli occhi di Dio e della coscienza personale, un atto sessuale fra loro sarebbe “incesto”. Un sacerdote sa bene che la parola di Dio Crea! E mediante il Rito, si è creata una nuova realtà fra i due, per i due e nei due. Ne subiranno tutte le conseguenze qualora non dovessero attenervisi; nel levitico si impone di bruciare nel fuoco mentre dormono i consanguinei che giacciono nello stesso letto, questo ovviamente non è da prendersi alla lettera, ma nell’aldilà ho idea che ciò troverà la più esatta esecuzione.

Vengo all’ultima questione, l’adozione di figli da parte di una coppia gay. Non sono d’accordo, perché oggettivamente un bimbo adottato da gay nell’attuale società è facile che abbia grossi problemi a scuola e/o con se stesso. Dal punto di vista della psico-pedagogia infantile, inoltre, questa non sembra una soluzione molto brillante, tuttavia, non posso far dipendere da una contingenza storica, l’esistenza di una benefica eventualità affettiva.

 

  1. Se l’amore per questo bimbo è grande (più grande dell’odio e dell’ignoranza che inevitabilmente lo circonderanno);
  2. Se al bimbo viene concessa la possibilità di crearsi i giusti modelli sessuali di riferimento malgrado la situazione un po’ strana che vive a casa (un servizio professionale gratuito di accompagnamento psicologico dovrà seguirlo fino all’età adulta);
  3. Se c’è da parte degli adottanti la capacità di affrontare con grande chiarezza, intelligenza e sensibilità verso il piccolo, i diversi elementi che via via si presenteranno dinanzi a loro come famiglia;

 

...un bimbo adottato da una coppia gay potrà essere sano, vispo e felice quanto un altro cresciuto in una coppia tradizionale. Conclusione: possibilità legale si, iter burocratico semplice no.