
Digiuno
Il digiuno è probabilmente la forma di terapia più naturale, ed è forse nata dall’osservazione del comportamento animale, o da un bisogno interiore che il corpo reclama istintivamente quando è ammalato.
Nel corso della vita, con una alimentazione sovente eccessiva, sregolata ed evidenziata da sapori forti e contrastanti, l’organismo accumula una serie di cataboliti che non si riescono ad eliminare.
Normalmente si mangia ogni 5-8 ore, con un tempo medio di digestione di 3 ore; questo vuol dire che il periodo di riposo dell’apparato digerente è quasi nullo. Un superlavoro, quindi, che non permette una completa eliminazione delle scorie. Queste a lungo andare si accumulano nei tessuti, nelle articolazioni e facilitano l’instaurarsi di patologie.
Con il termine “digiunoterapia” si intende l’eliminazione di sostanze tossiche che sono da molto tempo accumulate nel corpo. Questa eliminazione viene resa possibile dal fatto che l’apparato digerente, essendo a digiuno, si trova in una fase di riposo, per cui le energie dell’organismo vengono utilizzate per espellere le tossine attraverso gli organi emuntori. Per questo motivo il digiuno causa fastidiosi effetti quali: sensazione di lingua spessa, alito cattivo, orine di odore forte, odore della pelle diverso dal solito.
Vi sono alcuni luoghi comuni che non corrispondono affatto alla realtà della digiunoterapia. Si pensa infatti che il senso di fame aumenti man mano che i giorni di digiuno passano, mentre invece la fame viene sofferta solo nei primi due o al massimo tre giorni iniziali. In seguito, il desiderio del cibo cessa e l’organismo comincia a depurarsi.
Altra falsa credenza è che l’individuo si senta man mano più debole procedendo con l’astensione dal cibo; questo è vero solo per quanto riguarda la forza fisica, mentre la parte mentale è sempre più lucida e attiva. I pensieri sono limpidi, i processi mentali rapidi, le decisioni sicure. La sensazione prevalente è di essere molto più recettivi, sensibili alla natura; la mente si percepisce come espansa, l’importanza dell’io diminuisce, si scopre una tendenza all’introspezione.
Il termine del digiuno viene riconosciuto quando compaiono sintomi di stanchezza fisica, di prostrazione, di freddo sempre presente, insonnia, incapacità di seguire ragionamenti e concentrarsi. A questo punto occorre uscire dal digiuno per evitare danni, a volte irreversibili agli organi interni.
Il digiuno non va mai interrotto bruscamente, ma si utilizza una “dieta di transizione”, con la quale l’apparato digerente si riabitua al cibo. Questo passaggio è molto delicato e può compromettere l’intera terapia. Il cibo, specie quello solido, deve essere reintrodotto gradualmente, in modo da non creare traumi, pena l’inutilità di tutto il periodo di digiuno.
Se la terapia si svolge e si conclude correttamente, i benefici si avvertono alcuni giorni dopo con una sensazione di benessere che perdura per molto tempo, mesi o anni.
Tipi di digiuno
Secco
La forma più estrema in quanto non si assumono né solidi né liquidi, da effettuarsi per 24 o al massimo 48 ore. Il digiuno “secco” spinge le tossine a riversarsi dal sistema linfatico nel sangue, ed è adatto a diminuire il muco in caso di sinusite acuta.
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Umido
Si intende l’astensione dal cibo (ma non dall’acqua) per un periodo che varia dai 4 ai 20 giorni, in alcuni casi protratto a 40. La durata è molto soggettiva: essa dipende dalla stagione, dall’età, dalla corporatura, dalla velocità di autolisi (metabolismo). Il digiuno “umido” stimola i processi di eliminazione delle tossine dal sangue.
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Misto
E' una combinazione deelle due forme di digiuno precedente, da attuare con questa sequenza: umido-secco-umido.
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Attenuato
Si intende l’assunzione di latte o pane o ortaggi o frutta o succhi freschi di frutta. E’ simile a una monodieta, dove se si ha fame si assume un solo genere di alimento alla volta, mai più cose insieme. E' il principio che sottende le "diete della banana", della mela, dell'ananas etc etc di cui spesso si parla (malamente) nelle riviste popolari.
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Proprio per la sua azione disintossicante, il digiuno è applicabile in tutte le malattie: acute, croniche, fisiche o spirituali. Se è sicuramente salutare non ingerire cibo in caso di febbre, stati infettivi e virali, è anche utilissimo il digiuno periodico nelle patologie e nelle malattie degenerative (artrite, artrosi e reumatismi) dove l’eliminazione delle tossine concorre a diminuire lo stato infiammatorio.