Autocontrollo
 

Se autocontrollarsi fosse normale, certo per strada, al bar, in tv e in parlamento si controllerebbero tutti, ma così non è.

Se casalinghe e mariti che vanno avanti ogni giorno per inerzia secondo una propria intrinseca “natura” responsabilmente assunta in coscienza, fossero pure “gente che si autocontrolla”, allora sarebbero anche felici. Ma così non è.

Se fosse  possibile autocontrollarsi solo per “dovere”, cioè senza avere uno scopo, e dunque “autocontrollarsi per autocontrollarsi” grazie a una fantomatica “forza di volontà” mancante in taluni, allora basterebbe mettere questi poveretti di fronte ai puzzosi frutti della loro indolenza per arrivare allo “scopo” (l’autocontrollo) poiché adesso saprebbero con terrificante certezza per quale urgente motivo bisogna “faticare senza scopo”. Eppure si può vedere come neppure questo basti a “guarirli”. “Ma com’è possibile!? La laurea se la sono presa, e hanno faticato alquanto, ma ora non comprendono e non accettano la massima:

 

Lavora Senza un Perché!

 

Forse, volendo essi respirare aria più pura di quella delle moderne città di api operose, hanno fissato lo sguardo sui loro attimi in cerca di un significato che desse significato ai loro attimi, e poiché è un’impresa trovarne uno così ampio da giustificare tutta, ma propria tutta la loro esistenza, essi preferiscono fare i barboni fuori da ogni regola e controllo piuttosto che diventare santi “senza capire”, senza partecipare.

Quelli più furbi e fortunati, invece, lavorano lavorano lavorano e si impegnano in “unità minime di significato” che oscurano appropriatamente il “Richiamo del Senso”.

Ebbene, l’autocontrollo non sarà loro eredità, giacchè esso non è la prodigiosa virtù di chi sia alza tutte le mattine alla stessa ora per fare tutti i giorni la stessa cosa, ma conquista eccezionale di chi dà Senso alla propria esistenza. Lavorare e produrre senza una finalità conclamata non è autocontrollo, è vile conformismo. Vivere in un ecovillaggio (link cas ecov.) può, ad esempio, essere un ottimo antidoto alla noia ed alla depressione e rappresenta un considerevole "serbatoio di senso”.