Peccato

Dio ha detto: "Non peccare".

L’uomo ha risposto: "Devo sapere".

Quello che prenderà l’uomo peccatore, è una laurea in pidocchiologia.

 

Ci teniamo davvero a conseguirla? Secondo me non è questo tra i migliori corsi teorico-pratici che si possano fare nella vita, tuttavia, se non altro, a qualcosa sempre utile è. A cosa è utile? A liberarsi dai pidocchi una volta che sono stati presi.

Dio ci avrebbe senza dubbio insegnato la via della risurrezione con la bianca parola molto meglio che con la rossa esperienza e il nero peccato, perché Egli è il Maestro Perfetto, tuttavia, la Compassione presuppone Partecipazione, e solo poche anime riescono a svilupparla “a priori”. E’ dunque questo il dono che ridonderà dal peccatore a vantaggio del cosmo nei secoli venturi, ed è a questo che le piccole anime un po’ ottuse e poco fiduciate inconsapevolmente mirano: la condivisione dell’esperienza, per la quale dire:

Ora ti dico, fratello mio, di non farlo più - il peccato - perché io l’ho fatto e non ha pagato”.

Gesù invece dice:

Ora ti dico, figlio mio, di non farlo più - il peccato - perché io non l’ho mai fatto e sono il Sapientissimo, il Potentissimo, il Felicissimo”.

Ci crediamo?

Ci teniamo ancora a conseguire la nostra pidocchiosa laurea?

Ascolta cosa resterà della tua libertà:

"Se solo Gesù l'avesse desiderato, io non avrei mai peccato. Puro dall'eternità sarei rimasto!

Ma sarei rimasto anche arrogante, infatti non perchè IO VOLEVO rimanere puro sarei rimasto puro, ma solo perchè Gesù ritenne bene di non permettere a un uomo di imbrattare il mondo, sarei rimasto puro. Tutti santi e puri al suo cospetto saremmo stati, perché Lui ama l'ordine e la purezza.

Ora però sono libero, in virtù di tale misteriosa libertà HO VOLUTO sperimentare la ribellione, non  c'è dunque più purezza nè bellezza nè salute in me.

Ho sconvolto il mio piccolo mondo. Gesù patisce le mie pene, e solo per esse, forse, un giorno vivrò ancora bene.

Ma con questo ogni motivo di arroganza si è disintegrato. Ho voluto essere libero da Dio, la mia libertà è stata permessa, incoraggiata, amata e addirittura preventivamente espiata, ma con ciò non ho più uno straccio di argomento razionale per montare in superbia, perchè nella mia assoluta libertà ho perso tutta l'assoluta purezza che avevo ricevuto in dono, e tutto quello che avrò, lo avrò per un cenno misericordioso di Gesù.

Perchè HO VOLUTO SPERIMENTARE LA LIBERTA' DA DIO? Perchè non ho voluto costringermi all'obbedienza servile verso il Bene?

Più ho peccato, più ho goduto, più Gesù ha sofferto, più immeritevole sono diventato, più Dio esalta la sua Misericordia, più l'uomo è COSTRETTO all'umiltà".

Con quest’osservazione termino la prima parte della disquisizione, e comincio con la seconda.

La prova e l’errore portano alla consapevolezza di ciò che funziona e non funziona.

Fare una scelta o un’azione sbagliata senza l’intenzione di fare del male non deve essere considerata una cosa negativa, perché fa parte del processo di apprendimento e talvolta “mancare il bersaglio” è del tutto normale. Nessuna "cattiva strada" è mai cattiva al 100% SE PERCORSA IN BUONA COSCIENZA, perché - dopotutto - tutte le strade consentono di sperimentare e di avanzare; anche se certe persone vanno a sbattere contro un muro, questo permette loro di capire il loro errori, di fare marcia indietro e di imboccare un'altra strada. Solo chi è come Dio, opera dall’eternità come Dio.

Un giusto cade 7 volte al giorno e rimane sempre giusto (cfr Pv 24,16).

Un giusto non commette errori: i suoi sbagli sono l’anticamera della scoperta.

Oh, si, “della scoperta”, ma di una scoperta dagli effluvi tossici.

Come ce l’avrebbe voluta risparmiare Dio!

Come Dio ci avrebbe avrebbe fatto scoprire mille altre cose se fossimo stati fedeli! ...e il sangue viola della terra non l'avremmo mai visto.

Ad ogni modo, anche quando si è ingolfati nella materia - nelle amare lezioni della materia avocate dalla nostra sanguinolenta Libertà - niente finchè siamo vivi è mai perduto, nè per noi nè per gli altri; il cammino di ritorno può essere percorso molto rapidamente, lo scatto può avvenire all’improvviso, ma bisogna restare in ascolto della Vita, della Vita dentro e fuori di noi.

…perché forse in fondo è vero che per essere capaci di vedere cosa siamo, dobbiamo allontanarci e poi guardarci da lontano…

da "Il viaggio" di Daniele Silvestri