New Age

 

Sono molto tollerante con la new age, ad essa è dedicato metà di questo sito! Ma mi è capitato di frequentare qualche forum attinente che più che forum sembravano luoghi di mercato dove si smerciavano opinioni, vendevano ovvietà e acquistavano complimenti. Sarebbe stato bello invece trovare “laboratori di ricerca” in cui l’obiezione viene afferrata e sminuzzata al fine di elaborare una conoscenza comunicabile anche agli “stranieri” e integrabile con quella comune, in genere di stampo cattolico.

A chi appartiene al movimento new age, “next age” e successivi, precedenti o derivati, spesso e volentieri non importa dire qualcosa che sia in linea di principio condivisibile anche dal “popolo”: la conoscenza che essi esibiscono è per lo più una conoscenza fatta di “sensazioni”, “intuizioni”, nei casi migliori “ragioni del cuore”. E’ la saggezza propria degli “eletti”.

Lo spirito di elezione che anima queste persone non è però qualcosa di medioevale, al contrario, esso è dotato di ampio respiro, parla di cosmopolitismo e tolleranza universale, riconosce una possibilità di salvezza ovunque ci sia una buona intenzione. Il loro mantra preferito è infatti “io rispetto, tu rispetti egli rispetta; noi rispettiamo voi rispettate essi rispettano”. Si dicono non avere religioni e culti ufficiali, hanno però anch'essi una preghiera e un credo, tale preghiera suona così: “io credo tu credi egli crede; noi crediamo voi credete essi credono”.

Sembra sia a molti di questi sfuggito il fatto che anche il tizio che una domenica mattina decide di farsi esplodere al supermercato ha un credo, una fede, sensazioni vivissime e intuizioni “sfolgoranti”.

Affidano a un giorno “supremo” il compito di depurare il mondo, dispensando i loro cervelli “supremi” (cioè “molto intuitivi”) dal compito di incontrare le ragioni altrui, verso le quali si mostrano orgogliosamente impermeabili.

Vedono i “non Illuminati” non come la risorsa degli "illuminati", ma come gente da compatire o ignorare, e questo li rende del tutto simili alle persone delle altre religioni.

Il moderatore che poi ho incontrato in uno di questi forum, era un personaggio: cercava di vagliare col bisturi e il lanternino la natura della mia moralità onde valutare il grado di aderenza allo “standard” etico proprio del sito, il che la dice lunga sul senso di liberalità che circola in questi contesti religiosi.

Per quanto riguarda il metodo di progresso proprio della spiritualità new age, direi che il rosario è aborrito come la meditazione è aborrita dai cattolici. Gli uni sono parolai, e gli altri muti, quando la virtù dovrebbe stare nel mezzo. In genere si preferiscono tecniche di concentrazione basate sul concetto di chakra, per spiegare l’ignoranza del quale in ambito cattolico racconterò un aneddoto.

Accompagnavo una signora dall’esorcista, e la signora tornò con alcuni foglietti contenenti una serie di preghiere. Ne lessi qualcuna, proprio prima della messa, che recitava più o meno così: “Signore! Abbi pietà di me, e liberami dal primo chakra! Ovvero dalla sessualità, dalle pulsioni, dal desiderio di possesso etc etc”.

“Signore! Perdonami! E salvami dallo spirito del secondo chakra, e cioè dalla confusione, dall’egoismo, dalla superbia etc etc”. I foglietti continuavano così fino al settimo chakra.

Ora spiegherò brevemente cos’è un chakra secondo l’induismo: secondo l’induismo un chakra è quello che per noi occidentali è una milza, un fegato, un cervello, un occhio, un polmone e così via… cioè ORGANI, ma di natura molto più “sottile”. Poiché per gli induisti ad ogni corpo umano corrisponde un corpo spirituale legato al primo mediante un vero e proprio filo (chiamato “filo delle parche”) - alla stregua di un cordone ombelicale – nella filosofia induista i chakra sono gli organi di questo nostro secondo corpo spirituale. Quello per intenderci che ci rimane dopo la morte del primo...

...e con il quale ci presenteremo davanti al Signore...

Quando un sacerdote cattolico prega Dio di liberarlo dal “primo chakra”, dal secondo, dal terzo, dal quarto etc etc, si può dire che abbia capito cos’è un chakra?

Quando consiglia a una povera sventurata di chiedere a Dio di liberarla dallo “spirito del primo chakra", ha cognizione di ciò che chiede? Nessun uomo può liberarsi dalla propria sessualità o dalle proprie pulsioni, ma può chiedere a Dio di imparare a GUIDARE saggiamente queste forze che, ahimè - per quanto orribili siano - sono state donate all'uomo. Un chakra non ha volontà, personalità o “spirito” perchè è un mero luogo di raccolta e confluenza delle energie interiori di un individuo, siano esse quelle del corpo (primo chakra), del cuore (quarto chakra) o della mente (sesto chakra). Per capire questo non occorrono corsi di laurea in “Misticismo e forme religiose dell’Oriente”, basta leggere con sufficiente attenzione qualche stupido libro che si trova comunemente nelle bancarelle. Mi chiedo come sia possibile vedere demoni dappertutto meno che nel proprio ottuso fondamentalismo.

Ciò detto, sono del parere che i newager insistano troppo su questi pur validi concetti (chakra, corpo astrale, corpo planetario, nadi, chi, dimensioni superiori, inferiori etc etc). A mio avviso, una cultura di tal fatta sarà prima o poi integrata in una consapevolezza religiosa matura, perché “tutto è spirito” (anche la fisica), ma se si respinge la dimensione della pia orazione, della pia supplica e del pio rito di cui i cattolici sono ormai diventati professionisti, si nasconde all’umanità una parte importante di ciò di cui lo spirito dell’uomo ha bisogno per svilupparsi.

D'altra parte, ovunque difetta quel "raccoglimento interiore" che è pura percezione d'amore. A tale percezione non arrivano facilmente nè i cattolici con le loro infinite preghiere, nè i newager con le loro solide tecniche di rilassamento, poichè si cresce con entrambe queste cose (ed altre).

Per chi non teme di allargare i propri orizzonti, il mio consiglio è perciò quello di San Paolo:

“Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono” (Ts1 5,22).

Esplorare sentieri sconosciuti spesso condannati dall'autorità (laica o religiosa), può spaventare. Ma dopo ogni passo che percorriamo nella nuova direzione, ci rendiamo conto di quanto era pericoloso rimanere fermi.